Una sbirciata ai matrimoni aperti
Cosa è un matrimonio aperto e come funziona esattamente? Scopriamolo assieme
Come ben sappiamo, la visione tradizionale del matrimonio come classica unione monogama tra un uomo e una donna è sempre più soggetta ad una pubblica revisione.
E sempre piú spesso ogni coppia trova il proprio, unico modo di stare assieme ed amarsi. Ciò puó anche comprendere l´inclusione di “terzi incomodi” nella relazione, risultando nella cosiddetta relazione aperta.
In generale, la rivoluzione sessuale del 1960 ha portato all’attenzione pubblica il desiderio di molte coppie omo ed eterosessuali di vedere le proprie relazioni sessuali ed emotive in maniera meno costrittiva.
Più di recente, il telefilm “Satisfaction” della USA Network ha rappresentato le molte difficoltà delle moderne relazioni tra adulti quando esplorano le alternative al matrimonio convenzionale.
Sebbene i personaggi principali, sposati da 18 anni, chiaramente si amassero e desiderassero rimanere insieme, al tempo stesso cercavano modi di aprirsi a livello emotivo – tramite relazioni con altri partner.
Cosa sappiamo sui matrimoni aperti
Come potete immaginare, condurre una ricerca sul sesso in generale è una sfida complessa. Le persone più disponibili a parlare delle loro vite sessuali non sono necessariamente un campione rappresentativo della popolazione in generale.
Aggiungete i taboo che circondano il sesso extraconiugale (così come definito dagli standard convenzionali) e avrete per i ricercatori una combinazione quasi letale.
Le nozioni più comuni fornite dai mezzi di comunicazione riguardo le relazioni diverse dal matrimonio tradizionale possono solo confondere l’argomento.
Per fortuna, oggi abbiamo un’ idea più precisa dei molti tipi di accordi sessuali e matrimoniali di tipo non tradizionale, basata sulle indagini condotte dai cosiddetti “poliricercatori”, o persone che studiano le relazioni poligame.
I matrimoni aperti: cosa dice la scienza
In una comprensiva analisi dello stato dell’arte, i ricercatori della Open University Barker e Landridge (2010) hanno proposto una serie di riflessioni critiche relativamente al punto in cui si trova attualmente la ricerca e dove si dirige.
Innanzitutto alcune definizioni sono utili per comprendere il funzionamento dei matrimoni aperti: gli scambisti sono coppie che fanno sesso extraconiugale consensuale (o scambio di coppia); coloro che hanno relazioni omosessuali non monogame sono simili agli scambisti a parte il fatto che hanno solo partner dello stesso sesso; e i poliamoristi possono avere più di una relazione sessuale o affettiva a lungo termine alla volta.
Barker e Landridge cominciano asserendo che “nella psicologia tradizionale non è ancora considerata la possibilità della non-monogamia consensuale”. Proseguono sottolineando i molti fattori sociali che rendono la monogamia una priorità sociale, dai profitti dell’industria dei matrimoni (che ora ha ampliato il suo target includendo le coppie omosessuali) alla cultura patriarcale dominante che per molti secoli ha relegato le donne ad un livello subalterno nel matrimonio.
In accordo con quest’ultima visione, la monogamia mantiene le donne dipendenti dall’uomo dal punto di vista economico e isolate dalle altre donne per impedire loro di mettere in discussione la propria condizione subalterna.
E’ in questo scenario così carico emotivamente e politicamente che Barker e Landridge cercano di svolgere la loro ricerca.
Il primo tema che identificano è la tendenza dei ricercatori di confrontare la monogamia con le relazioni consensuali non monogame e/o con l’infedeltà. Alcune ricerche supportano l’idea che la monogamia non consensuale possa essere preferibile alla “distruttività delle infedeltà occulte”.
Altre, invece, indicano che non c’è molta differenza tra l’alternativa monogama e non monogama, in quanto entrambe hanno a che fare con la fiducia che ogni partner ripone nell’altro e con la condivisione dei valori importanti per entrambe.
Matrimoni aperti: le diverse tipologie
La seconda tematica che Barker e Landridge hanno individuato riguarda i differenti tipi di relazioni non monogame.
Gli scambisti e i gay non monogami tendono ad essere centrati in una coppia emotivamente esclusiva che ha varie relazioni sessuali con altri single o coppie. Si tratta quindi esclusivamente di sesso, senza nessun coinvolgimento sentimentale.
Nei gruppi poliamorosi invece, ci può essere una relazione sentimentale primaria di due persone, o molte relazioni primarie basate su due, tre o quattro persone come unità centrale, o altre strutture in cui un partner ha molti partner addizionali, e così via.
Queste relazioni possono durare decadi, con un terzo dei partecipanti allo studio rimasti insieme per 10 anni. In questo caso, sono presenti sia il coinvolgimento sessuale che quello emotivo tra i partecipanti, anche se ovviamente a livelli differenti.
Le regole dei matrimoni aperti
Il terzo ambito di questa ricerca riguarda le regole che le coppie stabiliscono nelle relazioni non monogame. Avere una relazione aperta infatti comporta delle regole ben precise, che cambieranno a seconda della coppia.
Molti dei partner che praticano lo scambio di coppia fanno distinzione tra amore e sesso, stabilendo delle regole che fanno in modo che il partner non si senta minacciato emotivamente dalle loro altre relazioni sessuali (ad esempio una regola potrebbe essere quella di non fare mai sesso a casa o di non vedere la stessa persona più di una volta).
Alcuni concordano di non parlare mai del sesso che fanno fuori dalla coppia e altri ne fanno invece una parte del loro accordo prematrimoniale.
Le coppie poliamorose possono stabilire regole simili, o considerare le loro relazioni come non monogame solo fino all’arrivo di figli.
Alcune delle regole che si stabiliscono tendono a mantenere alcune forme di sesso un’esclusiva della coppia o certe attività familiari limitate ai membri della famiglia. In generale, però, gli accordi poliamorosi tendono ad essere meno regolati e enfatizzano invece temi come la fiducia, la comunicazione aperta e la consapevolezza di sé.
Matrimoni aperti e bambini
Sebbene tutto ciò possa sembrare disorientante e potenzialmente dannoso per i bambini, alcuni studi sulle famiglie poliamorose mostrano che molti di questi nuclei familiari dimostrano che ci sono benefici pratici ed emotivi per i bambini che hanno “più persone da prendere come punto di riferimento e modelli genitoriali che enfatizzano una comunicazione aperta.”
I problemi che incontrano si hanno quando, ad esempio, c’è una separazione e gli adulti devono decidere quale dei figli rimane con quale genitore.
Inoltre, i bambini in queste famiglia possono essere vittime di stigma sociale e discriminazione. Alcune famiglie devono “spacciarsi” per monogame per evitare conseguenze sociali negative quando i figli vanno a scuola o dagli amici.
Monogamia e poligamia, le differenze
Un altro modo di approcciare questo tema, secondo Barker e Landridge, è domandarsi come debba essere definita la differenziazione tra monogamia e non monogamia.
Quando e come si stabilisce se una relazione monogama si sta dirigendo verso la non monogamia? Dove sono esattamente i limiti?
Che succede, ad esempio, quando uno o entrambi i partner hanno fantasie su altre persone, fanno sesso virtuale o usano materiale pornografico, o hanno una scappatella durante un viaggio di lavoro? E riguardo ai flirt innocenti sul lavoro o una relazione affettuosa con amici del sesso opposto? É tradimento o no?
Barker e Landridge credono che la ricerca sul poliamore possa portare a una visione meno restrittiva dei rapporti rispetto agli studi che si focalizzano solo sulle coppie monogamiche.
E’ possibile per le persone avere molteplici livelli di coinvolgimento in una varietà di relazioni, sostengono, – emozionali, sessuali e funzionali.
Poiché ricercatori e teorici tendono a non adottare questa prospettiva, si potrebbero perdere importanti informazioni su come gli adulti veramente vivono le proprie vite. Anche i terapeuti dovrebbero adottare una prospettiva più ampia quando lavorano con coppie e famiglie con problemi riconoscendo che lo “standard” della relazione monogama non sempre va bene per tutti.
Come parlare di matrimonio aperto col partner
Se siete tra quelli che desiderano avere, un matrimonio aperto, l’articolo di Barker e Landridge suggerisce molteplici punti da prendere in considerazione.
Il punto di partenza di qualsiasi matrimonio – aperto o no – consiste nell’avere una comunicazione diretta e chiara con il partner. La fiducia è l’elemento chiave per il successo di qualsiasi tipo di rapporto, ma in particolare quelli non monogami, in cui ci sono molte potenziali occasioni di fraintendimento.
Allo stesso modo, la comunicazione è un fattore essenziale anche per assicurarvi che tutti coloro che sono coinvolti nella relazione siano consapevoli della situazione.
Se state prendendo in considerazione una relazione aperta, probabilmente sarà difficile parlarne con il vostro partner principale, ma come ogni conversazione difficile, tutto sta nel prepararsi bene e nel mantenere un atteggiamento empatico.
Puntate sui sentimenti positivi che provate per il vostro compagno e partite da essi per discutere l’argomento. L’onestà può portare risultati migliori a lungo termine rispetto che nascondere i vostri sentimenti al vostro partner.
La monogamia e la non monogamia potrebbero essere più un continuum che una distinzione reale. Ci possono essere benefici nell’accettare il fatto che ogni persona in un rapporto di coppia può avere una varietà di “relazioni” – sessuali, emotive o di altro genere. Un matrimonio aperto potrebbe non essere per tutti, ma per alcune coppie è la chiave della soddisfazione a lungo termine, come individui e compagni di vita.
Leggi anche questo articolo su come gestire una relazione aperta.
Riferimenti:
Barker, M., & Langdridge, D. (2010). Whatever happened to non-monogamies? Critical reflections on recent research and theory. Sexualities, 13(6), 748-772. doi:10.1177/1363460710384645